La “Biblioteca Vivente” – La felicità

“A famiglia vole a te, no i sordi”.

Questa frase rimbomba dolce e violenta allo stesso tempo nella chiesa della Casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” (Petrusa) di Agrigento. A pronunciarla è Manolo, 26 anni, una moglie, un bambino, 3 anni ancora di reclusione e tante idee per la testa.

E’ fragile e forte Manolo, al suo fianco Daniela Pulci, referente dell’Ambito “Giustizia” di Caritas diocesana Agrigento che lo ha scelto insieme alla dottoressa Ferro dell’aerea trattamentale dell’istituto penitenziario e a coloro che quotidianamente gli stanno accanto.

Dall’altra parte, di fronte lui, i ragazzi del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane “R.Politi” di Agrigento portati lì grazie alla collaborazione di Gaetano Lauricella, referente dell’ambito “Mondialità” di Caritas e dei loro stessi docenti, sensibili alla tematica e partecipi quanto loro.

“Non sbaglierò più, non ne vale la pena”, ripete anche.

Ed è su quello che punta quando, a proposito della “Felicità” – tema scelto per quest’incontro straordinario della “Biblioteca Vivente” – gli viene chiesto di lanciare un messaggio ai giovani.

Per tutta la durata dell’incontro non fa altro che guardarli negli occhi e dire loro “quando sei fuori ti senti forte, potente; non pensi di perdere la libertà. Ma succede e se succede è la fine, perché il tempo scorre, la vita va avanti e tu rimani indietro”.

Ed è alla “felicità” che sente di perdere giorno che pensa quando parla loro, quando si rende conto che sta perdendo dei giorni importanti.  Però sa anche che se non smette di crederci può ancora costruire un bel domani. Ed è per questo che non spreca un solo secondo della sua permanenza lì; ed è per questo che vuole raccontare la sua storia a quei giovani che lo guardano incantati.

Quella mattina si sente ripetere spesso anche la parola “sofferenza”.

Manolo la nomina di frequente; la nomina quando pensa al figlio che l’aspetta fuori, alla moglie, alla sua famiglia. Pensa a quello che vede ogni giorno lì dentro ed è proprio quel dolore che vuole trasmettere ai ragazzi affinché non rischino di viverlo anche loro, affinché a loro possa essere risparmiato insomma.

Una “Biblioteca Vivente” è un’opportunità di toccare con mano una storia scritta non su dei fogli di carta ma sulla pelle di uomini e donne che hanno fatto della propria vita una testimonianza. E’ un modo nuovo per entrare in contatto con narrazioni che si aprono, pensieri che si donano ed esperienze che contaminano; la voglia di raccontarsi incontra quella di ascoltare ed è cosi che nascono piccoli miracoli fatti di sorrisi accennati e timidi sguardi.

E il miracolo, anche questa volta, è accaduto…

In quella chiesa spoglia, fatta di muri freddi e decori abbozzati, triste come quella di un carcere qualunque, la felicità è riuscita ad entrare. Ed è stata declinata secondo mille sfaccettature. Quella di vite vissute al limite; quella conquistata malgrado gli errori fatti e quella pagata a caro prezzo. La felicità che ha il volto del riscatto, quella che ha il sapore di rivincita, quella che porta in sé le cicatrici della fame e quella che paga lo scotto del pregiudizio.

La felicità, Ovunque essa sia; la felicità Qualunque essa sia.

“La famiglia vole a te, no i sordi”, ci ripetiamo.

Grazie Manolo.